mercoledì 26 giugno 2013

Mr. NAVIGAMUS alla regata di prova del Campionato Mondiale ORC di Ancona - I VIDEO





Ebbene si! Sono riuscito ad infiltrarmi al Campionato Mondiale ORC di Ancona grazie al sig. Francesco Siculiana armatore e timoniere di ALVAROSKY Gran Soleil 40 Race ITA 16131 del Circolo Velico Siciliano che ringrazio infinitamente per la magnifica giornata di vela, una delle più emozionanti dei miei ultimi trenta anni in barca. E ...... si ..... ho visto e sentito cose che voi umani ...... che io, un pivello delle regate, fin'ora aveva solo potuto leggere ed immaginare ..... e devo confessare di aver ecceduto le mie capacità come potrete constatare dalla qualità dei miei video ..... ma ho un'attenuante ...... ero l'unico vero finto ;-) giornalista a bordo in tutta la flotta di oltre centodieci barche a vela. Su questa gran bella barca, che ha interni comodi e ben accessoriati per la crociera, ho visto all'opera gli altri otto membri dell'equipaggio: il prodiere ed il suo eventuale aiuto, l'uomo alle drizze all'albero, il tattico, il navigatore, il randista, il tailer e, ultimi ma non meno importanti  i due in pozzetto ai winch di manovra (uno di loro è una ragazza gentilissima che ringrazio). Ho visto manovrare lo spinnaker di oltre cento metri quadri con otto nodi di vento reale in issata, in ammainata e strambata quasi sempre in meno di quindici secondi. Ho sentito il navigatore, sempre "attaccato" al suo computer, aggiornare in continuazione il tattico su: scarsi e raffiche di vento (quest'ultime prima che arrivassero sulla barca! ... deve conoscere di persona Eolo!), distanza in minuti di navigazione da entrambi le lay line, target di velocità secondo le polari, rotazione del vento e posizione delle boe ecc. ecc. Mentre eravamo in regata tutto l'assetto della barca viene regolato quasi in continuazione: drizze, paterazzo, basi, scotte, posizione dell'equipaggio e rotta: tutte le manovre correnti sono sempre in mano all'equipaggio. Le virate si succedono frequenti ed hanno una procedura tutta per loro quasi come sulle derive: appena si è sulle nuove mura, l'equipaggio (che è rimasto nella vecchia posizione sopravvento) sbanda la barca sottovento tenendosi al tientibene sulla tuga e poi si riposiziona sul nuovo lato sopravvento provocando una specie di "pompata" su tutto il piano velico che diminuisce la sua inclinazione rispetto al mare acquistando così più velocità e potenza.  Io non mi sono mai divertito così tanto ad arrancare dietro di loro mentre "scalavo" la tuga con la fettuccia della mia videocamera stretta trai denti per raggiungere il mio posto in "falchetta" ..... chissà perchè ero sempre l'ultimo? A virata terminata i vari membri dell'equipaggio che si trovano sopravvento non si possono certo riposare perchè ci sono quattro posizioni in cui tenere la schiena a seconda della pressione del vento che vengono "chiamate" dal tattico in continuazione: appoggiata alla tuga, perpendicolare, fuori delle draglie e "schiacciati" con schiena e gambe protesi in fuori; se il vento cala troppo uno o più velisti vengono posizionati sottovento. Ultima chicca: terminata la competizione e ogni volta prima di rientrare alla Marina Dorica un membro dell'equipaggio si immerge in mare con muta, maschera, pinne bombola d'ossigeno e armato di spugnetta abrasiva ripulisce tutta la carena dalle poche incrostazioni che si fossero formate nelle ultime giornate.


P.S. Altri ringraziamenti speciali vanno ad Andrea Cinerari (prodiere), Fabio Curcio (tailer) e Antonella Panella che mi ha messo in contatto con il sig. Siculiana rendendo possibile la mia presenza a bordo.    





Nessun commento: